Incidente stradale allo stop: chi ha ragione?

Incidente stradale allo stop: chi ha ragione?

Segnale di stop è obbligatorio fermarsi? Anche se apparentemente la strada in cui un autoveicolo si deve immettere appare libera, è sempre obbligatorio fermarsi al segnale di stop, rischiando, altrimenti di essere ritenuti, nel caso in cui si dovesse verificare un’incidente, responsabili esclusivi del sinistro stradale.

Di conseguenza, qualora il Giudice di merito accerti che un sinistro stradale è da ricondurre, sotto il profilo eziologico, esclusivamente al comportamento colpevole del conducente che abbia omesso di rispettare il segnale di stop, risulta superata la presunzione di concorso di colpa, di natura sussidiaria, destinata ad operare solo quando non sia possibile accertare in concreto le rispettive responsabilità.

Infatti, di recente, si è pronunciata la Corte di Cassazione, con l’ordinanza n.30993 depositata il 30 novembre 2018, all’esito di un giudizio di risarcimento dei danni, in cui i soggetti coinvolti in un incidente stradale si imputavano rispettive responsabilità. La Suprema Corte, infatti, ha ricordato che “il segnale di “stop” pone a carico dei conducenti di autoveicoli l’obbligo di arrestare sempre e comunque la marcia del proprio mezzo, quand’anche la strada nella quale intendano confluire sia sgombra da veicoli; ne consegue che se il giudice di merito accerti che un sinistro stradale è da ascriversi …. esclusivamente al comportamento colpevole del conducente che ha omesso di rispettare il segnale di stop, risulta superata la presunzione di concorso di colpa di cui al secondo comma dell’art.2054 cod. civ. ….”. L’art. 2054 codice civile, al secondo comma, prevede, infatti, che nel caso di scontro tra veicoli si presume, fino a prova contraria, che ciascuno dei conducenti abbia concorso ugualmente a produrre il danno subito dai singoli veicoli. In tema di obbligatorietà di fermarsi dinanzi al segnale di stop, invero, nel caso di specie, era stato accertato che uno dei due veicoli stesse viaggiando a velocità molto elevata e non adeguata alla situazione del luogo (asfalto bagnato, strada stretta posta nel centro cittadino, incrocio) e che non aveva frenato al segnale di stop, tagliando così la strada all’auto che proveniva, comunque a velocità congrua, nell’altra direzione (auto alla quale non poteva essere richiesto di provare a sua volta di avere fatto tutto il possibile per evitare il danno). Nessun dubbio, pertanto, è rimasto alla Corte di Cassazione che la presunzione di concorso di colpa potesse ritenersi superata e ritenuta, dunque, la esclusiva responsabilità del conducente non fermatosi allo stop.

 Incidente stradale allo stop: chi ha ragione?

Se un’auto non si ferma al segnale di stop e va ad impattare contro un’altra che sopraggiunge velocemente, per la Cassazione, infatti, non ci sono dubbi su chi debba assumersi tutta la colpa del sinistro stradale: il segnale di stop va rispettato anche se la via è libera altrimenti si rischia di incorrere nella responsabilità esclusiva nell’incidente stradale.

Gli Ermellini ribadiscono il principio generale secondo cui il segnale di stop pone a carico dei conducenti di autoveicoli l’obbligo di arrestare sempre e comunque la marcia del proprio veicolo, quand’anche la strada nella quale intendono confluire sia sgombra da veicoli. Ne consegue che se il sinistro stradale è stato determinato proprio dal comportamento colpevole del conducente che ha omesso di rispettare il segnale di stop, non si applica più la «presunzione di concorso di colpa» (che opera solo se non sia possibile in concreto accertare le rispettive responsabilità).

Il codice della strada è esplicito nel prescrivere ai conducenti di fermarsi in corrispondenza della striscia di arresto quando lo stop è reso noto con apposito segnale. Ciò significa che, se si vuole evitare una multa da 162 a 646 euro, è necessario arrestare l’auto, tanto nell’ipotesi in cui la strada sia libera quanto quanto nel caso in cui sia invece impegnata da altri veicoli. Infatti la differenza tra il segnale di stop e il triangolo di precedenza è proprio questa: se nel secondo caso è sufficiente rallentare e, in assenza di altri mezzi, è possibile impegnare la strada, nel primo invece è sempre obbligatoria la “fermata”. Possiamo porci conseguentemente all’obbligo di fermata dinanzi al segnale di stop un’ulteriore domanda e cioè quanto tempo ci si deve fermare allo stop? Anche questo aspetto è stato recentemente trattato dalla Cassazione con una pronuncia di questi giorni (Cass. sent. n. 57350/18 del 19.12.2018). Non vi è infatti un termine prefissato dalla legge oltre il quale è possibile ripartire: il conducente – chiariscono i giudici – deve avere il tempo per controllare con prudenza che la strada sia completamente libera e che non sopraggiungono altri messi. Due secondi sono insufficienti, a detta della Corte, per rendersi conto di eventuali auto o moto che provengono dall’altra direzione. Anche perché compito di ogni conducente è prevedere eventuali violazioni altrui del codice della strada. In buona sostanza, ciascuno di noi, nel momento in cui guida, deve considerare che altri automobilisti siano indisciplinati; deve perciò mettersi nella condizione di evitare qualsiasi incidente stradale, tenendo una guida prudente che gli consenta di anticipare gli scontri.