Assegno divorzio e convivenza: quando è dovuto. Per stabilire se una persona ha diritto a ricevere l’assegno divorzile, il giudice deve valutare:
L’assegno serve per aiutare chi ha meno possibilità economiche, compensare i sacrifici fatti durante il matrimonio e riequilibrare la situazione economica tra i coniugi. Anche gli anni di convivenza prima del matrimonio, se caratterizzati da stabilità e un progetto di vita comune, possono essere considerati nella valutazione.
Assegno divorzio e convivenza: la vicenda giudiziaria. Dopo sette anni di matrimonio, la moglie ha chiesto la separazione, con addebito (attribuendo colpe al marito per la fine del matrimonio). Il Tribunale ha rifiutato l’addebito ma ha stabilito un mantenimento di 900 euro al mese per la donna, ridotto a 500 euro dopo un ricorso. Successivamente, l’uomo ha chiesto il divorzio, chiedendo di fissare l’assegno divorzile a 500 euro. La donna, però, ha chiesto un aumento a 1.400 euro, citando peggioramenti economici dovuti al pensionamento. Il Tribunale di Roma ha fissato l’assegno a 550 euro al mese.
La Corte d’Appello ha confermato la decisione, riconoscendo i sacrifici fatti dalla donna per sostenere il marito. La donna aveva messo in pausa la sua carriera per seguire il marito all’estero per tre anni, durante i quali lui ha ricevuto una promozione e ha potuto prepensionarsi a 58 anni con un assegno mensile di 5.000 euro.
L’uomo ha contestato la sentenza della Corte d’Appello, sostenendo che il matrimonio, durato solo sette anni, fosse troppo breve per giustificare l’assegno.
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso per i motivi che seguono.
Assegno divorzio e convivenza: la decisione della Cassazione. I giudici hanno considerato:
Proprio in riferimento alla durata della convivenza (in questo caso 8 anni) i giudici hanno ritenuto che gli anni di convivenza prematrimoniale, basati su un progetto di vita comune e scelte condivise, andassero inclusi nella valutazione. Infatti, durante la convivenza, la donna ha rinunciato a opportunità lavorative per favorire la carriera del marito.
Quindi, la Cassazione ha confermato che l’assegno divorzile è giustificato dal contributo della donna alla famiglia e dalla sua impossibilità di mantenersi adeguatamente dopo il divorzio. Anche in caso di matrimonio di breve durata.
In conclusione, la decisione della Corte di Cassazione sottolinea l’importanza di considerare tutti gli aspetti di una relazione, inclusi gli anni di convivenza prima del matrimonio e i sacrifici personali e professionali fatti da uno dei coniugi. L’assegno divorzile è uno strumento essenziale per riequilibrare le condizioni economiche tra le parti e garantire giustizia.