Assegno mantenimento coniuge straniera

Assegno mantenimento coniuge straniera

Assegno mantenimento coniuge straniera. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 0765/20 ha respinto il ricorso del marito ed ha ribadito che anche l’ex moglie straniera ha diritto a percepire l’assegno di divorzio e di mantenimento dei figli.

L’assegno di divorzio nei confronti della ex straniera spetta, altresì, a maggior ragione se viene dimostrato che il trasferimento in Italia è stato una conseguenza dell’incontro con l’ex marito, ma naturalmente si deve anche provare che la donna si sia data e continui a darsi da fare per il suo sostentamento e quello dei figli, senza approfittarsi dell’assegno.

Assegno mantenimento coniuge straniera. La Cassazione conferma così che l’assegno dopo il divorzio non deve più rispettare il “tenore di vita” in corso di matrimonio, ma al contrario ha una funzione assistenziale e subentra solo se l’ex coniuge si trova in uno stato di bisogno, a prescindere dalla sua nazionalità.

Pertanto, viene confermata in Cassazione la sentenza di secondo grado che aveva concesso l’assegno di divorzio in favore della moglie straniera che si è trasferita in Italia per amore.

Assegno mantenimento coniuge straniera. Nella sentenza, infatti, i giudici supremi hanno confermato che anche l’ex straniera matura il diritto sia all’assegno divorzile che a quello per il mantenimento dei figli avuti dal matrimonio. La decisione prende le mosse dal fatto che la donna durante il matrimonio si è presa cura della famiglia a tempo pieno, e che si è data da fare per il suo sostentamento dopo il divorzio, trovandosi un lavoro per mantenere se stessa e il figlio.

Il diritto all’assegno, quindi, viene confermato dai giudici, mentre il ricorso del marito viene respinto.

Anche in questa sentenza della Cassazione, trova applicazione l’ormai consolidato principio dell’assegno in funzione assistenziale e perequativa, rapportato alle condizioni economiche di entrambi gli ex coniugi.

Non vale più, quindi, il criterio del mantenimento dello stesso stile di vita vigente nel periodo del matrimonio, poiché questo principio appare ingiustificatamente gravoso per il coniuge più benestante.

L’assegno invece deve tener conto dell’impegno e della dedizione dedicata alla coppia e ai figli, ove ci siano, nonché al contributo alla vita professionale dell’altro. Dopo anni di critiche e ricorsi, questo principio sta finalmente iniziando ad allargarsi e trova applicazione sempre in più casi.